obesità
09 Maggio 2024La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato la terapia con tirzepatide iniettiva sottocutanea per il controllo del peso negli adulti con obesità o con sovrappeso e almeno una complicanza. Gli endocrinologi dell'Ame chiariscono alcuni aspetti clinici di efficacia e sicurezza
A novembre 2023 la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato la terapia con tirzepatide iniettiva sottocutanea per il controllo del peso negli adulti con obesità o con sovrappeso e almeno una complicanza (come ipertensione arteriosa, diabete di tipo 2 o ipercolesterolemia), da utilizzare in associazione a dieta a ridotto introito calorico e attività fisica. A chiarire alcuni aspetti clinici sono gli endocrinologi della Commissione Farmaci AME (Associazione Medici Endocrinologi) in un approfondimento pubblicato da Endocrinologia33.
Gli studi randomizzati di efficacia
“Tirzepatide era già stato approvato negli Stati Uniti e in altri paesi come farmaco per la terapia del DM2 nell’età adulta, in associazione a dieta e attività fisica” ricordano gli specialisti. Si tratta di una molecola “chimerica con azione di “doppio agonista”, in grado di attivare i recettori degli ormoni intestinali GIP (glucose-dependent insulinotropic polypeptide) e GLP-1 (glucagon-like peptide-1), per ridurre l'appetito e, conseguentemente, l'assunzione di cibo”.
Lo schema di somministrazione del farmaco mediante iniezione sottocutanea, spiegano prevede un “dosaggio di partenza (2.5 mg una volta a settimana), che dopo 4 settimane deve essere aumentato (5 mg una volta a settimana). Successivamente, se clinicamente necessario, è possibile aumentare ulteriormente il dosaggio, con incrementi di 2.5 mg ogni 4 settimane, fino al dosaggio di 10 mg/settimana o fino al massimo di 15 mg/settimana”.
L’efficacia di tirzepatide nell’obesità è stata dimostrata in studi controllati randomizzati, SURMOUNT-1, SURMOUNT-2 e SURMOUNT-3 in doppio cieco vs placebo, condotti su soggetti adulti con obesità o sovrappeso e almeno una complicanza legata al peso.
Nello studio SURMOUNT-1, dopo 72 settimane di trattamento, nei pazienti che hanno ricevuto tirzepatide si è osservata una riduzione statisticamente significativa del peso: -15% con 5 mg, -19.5% con 10 mg, -20.9% con 15 mg e -3.1% con placebo. La perdita media di peso era di 23.6 kg con la dose di 15 mg, 22.2 kg con 10 mg, 16.1 kg con 5 mg e di soli 2.4 kg con placebo. Nello studio SURMOUNT-2, dopo 72 settimane di trattamento, si è osservata una riduzione di peso maggiore nei pazienti trattati con tirzepatide: -12.8% con 10 mg, -14.7% con 15 mg e -3.2% con placebo. Nel SURMOUNT-3, dopo 72 settimane di trattamento, nei pazienti che hanno ricevuto tirzepatide si è osservata un’ulteriore riduzione significativa del peso: -18.4% con tirzepatide 10 o 15 mg e -2.5% con placebo.
Eventi avversi e precauzioni
Gli eventi avversi più frequentemente associati all’utilizzo di tirzepatide sono stati quelli gastro-intestinali (≥ 5% dei partecipanti): nausea, diarrea, vomito, stipsi, fastidio, dolore gastrico, eruttazione e malattia da reflusso gastro-esofageo, riportano gli esperti.
Attenzione e precauzioni devono essere poste in caso di malattia gastro-intestinale severa (come la gastroparesi), di danno renale acuto, di colecistite acuta, di pancreatite acuta o di reazione da ipersensibilità grave (a tirzepatide, ma anche ad uno degli eccipienti).
“Pertanto – sottolineano gli endocrinologi - è raccomandato di non utilizzarla in pazienti con patologia gastro-intestinale severa; monitorare la funzionalità renale nei pazienti in cui si sospetti deplezione di volume; approfondire lo studio della colecisti se si sospetta una patologia acuta a carico di questo organo; sospendere il farmaco in caso di pancreatite acuta, anafilassi, angio-edema o altre reazioni di ipersensibilità severa (anche sospette)”.
“Particolare attenzione dovrà essere posta nel monitoraggio di sintomi di comportamento e di ideazione suicidaria nei pazienti con depressione, interrompendo il farmaco nel caso questi si manifestassero.
Infine, tirzepatide - rimarcano gli specialisti – “non deve essere usato in combinazione con un altro agonista del recettore del GLP-1 e non sono note sicurezza ed efficacia della somministrazione concomitante con altri farmaci per il controllo del peso, che, pertanto, è sconsigliata”.
“L’utilizzo di tirzepatide non è approvato in gravidanza e non è noto se il farmaco passi nel latte materno. Negli Stati Uniti, dove il farmaco è stato approvato e dove sarà presto disponibile per l’utilizzo nella pratica clinica, sarà predisposto un registro dell’esposizione per le donne che hanno assunto tirzepatide durante la gravidanza, con lo scopo di raccogliere informazioni sulla sicurezza”.
TAG: DIABETE, OBESITà, ASSOCIAZIONE MEDICI ENDOCRINOLOGI, FARMACI CONTRO L'OBESITà
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